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lunedì 18 luglio 2011

Stefano Fontana, Messaggi, 1991

Messaggi
Stefano Fontana, 1991



Stefano Fontana e la persistenza del dialetto
di Cesare Pietroiusti

in Cesare Pietroiusti, Prendere alla lettera il discorso dell'altro, Aperture, n.1, 1996, pagg. 99-100

   Stefano Fontana è un artista che vive a Piombino ed è operaio da vent’anni nelle locali acciaierie. I suoi lavori sono stati esposti (in particolare fra l’87 e il‘91) in numerose mostre e rassegne anche internazionali e sono stati, in Italia, elemento di un vivace dibattito sul ruolo dell’artista, che è lungi dall’essere concluso ma che tende progressivamente a marginalizzare (e, nel breve termine, a ignorare) coloro i quali, per necessità o per scelta, restano a vivere la loro vita in piccoli centri, lontano dai circuiti di distribuzione della cultura. In effetti, il lavoro di Stefano Fontana risente fortemente di tale dinamica di esclusione, che ne rappresenta uno dei temi fondamentali. Varie sue operazioni consistono proprio nel tentativo di raccogliere il discorso del cittadino comune di Piombino e di ripresentarlo come tale (possibilmente con un minimo di mediazione formale) nel sistema dell’arte, facendone un’opera.
Contenitori ideologici è un’operazione del 1985. L’artista dispone in giro per la città (su cancellate, muri, etc.) una serie di scatole gialle tutte uguali, della forma di una piccola cassetta delle lettere, con una fessura in alto e con la scritta “contenitore ideologico”. Le scatole sono lasciate per un certo tempo, dopodiché vengono rimosse dall.’artista che in mostra, oltre ad una documentazione fotografica dell.’installazione “in campo”, esibirà tutto il contenuto che, contenitore per contenitore, ci ha trovato dentro.
Messaggi (1991) è il titolo di un’altra serie di oggetti: si tratta di piccoli basamenti (anche in questo caso di colore giallo) in cui è inserito un apparecchio telefonico. Sul basamento c’è solo la scritta “messaggi”. In effetti alla cornetta non si sente niente, ma, proprio nel momento in cui questa viene sollevata, un registratore entra in funzione e registra tutto ciò che l’occasionale fruitore, soprattutto se capisce che non ci sono messaggi da ascoltare, ma da lasciare, dice. Anche questi oggetti vengono lasciati per un certo tempo in vari luoghi della città di Piombino, per lo più spazi pubblici. In mostra il registratore semplicemente emette, alla stessa cornetta, ciò che prima era stato registrato.
Voto libero (1994), infine, è una specie di bussolotto, completo di matita e schede bianche con una piccola scritta in alto “voto libero”, e con scomparto in cui lasciare le schede “completate”. L’operazione è stata compiuta in due o tre occasioni, sempre a Piombino, in prossimità di appuntamenti elettorali. L’artista ha raccolto varie centinaia di schede, e i relativi messaggi, che ha poi successivamente esposto.
La dichiarata volontà di Stefano Fontana è quella di valorizzare un discorso che proviene dal basso, sia nel senso sociale che geografico; di sottolineare la persistenza delle sue caratteristiche locali e non intellettuali, in una parola la persistenza di un “dialetto” culturale in un mondo in cui sembra che il discorso delle scelte e dei desideri si articoli dappertutto con la stessa onnipervasiva sintassi della pubblicità, in cui tutti si omologano a votare per gli stessi partiti mentre, di fronte alla possibilità di esprimersi liberamente, sembrano assumere centinaia di posizioni politiche (ed esistenziali) distinte.


Dai Messaggi di Stefano Fontana (pubblicati in Storie, ediz. Alice e Il Campo, Roma; Sergio Casoli, Milano; Marco Noire, Torino; 1991, pagg. 22-23)

CENTRO SOCIALE GIOVANI
- Meloni, vai in culo te e tutta la tua famigliaccia...
- Flavio schiavizzato.
- La vita è bella se la vivi come ti pare.
- Fuma bello, fuma sano, fuma solo pakistano.
- Il blob.
- ...è scema.
- Cosa ha detto?
- (cantando) Il mondo è qua, ma non c.’è stato mai...
- Fai cacare.
- Messaggio, messaggio: viva la topa!
- Pronto: il babbone è scemo.
- Messaggio, messaggio per Barletta. Barletta scappa, c.’è l.’allacciacani.
- Solo la mafia obbliga, il privato propone, lo strozzino ricatta.

BAR TORREFAZIONE GIULIANI
- Vengo subito, pronto.
- ...che Marco è una gran carogna, fa dei caffè che fan pietà e poi non vuole
fare mai il resto, vuole sempre la mancia.
- ...sono arrabbiato perché la mia zia è rinchiusa.
- Sono un libero cittadino. Mi piacerebbe vedere Piombino pulita, in particolar
modo l.’aria.
- ... è sottile, affascinante, struggente intrigo sul tema dell.’amore e
dell.’autodistruzione.
- Troppo cari i rifiuti urbani, si pagano.
- ...
- Pronto, non dice nulla... (altra voce) devi dire te... (il primo) mi sono stufato di lavorare


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