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sabato 2 luglio 2011

Marino Vismara e Terry Fox, Opening Oysters, 1986

Marino Vismara e Terry Fox
Opening Oysters
azione dal vivo

Lascala c/o Il Desiderio preso per la coda
9 novembre 1986


comunicato stampa

 Conclusa nel dicembre '85 – dopo tre anni di attività – la sua esperienza di galleria d'arte, Lascala si ripresenta oggi al pubblico nella forma di “Lascala c/o”.
Al di là della continuità del programma di ricerca sottintesa dalla conservazione del nome, l'aggiunta della sigla c/o allude nondimeno ad una svolta radicale nell'impostazione della galleria.
Lascala c/o infatti non si identifica più nelle architetture di un determinato spazio espositivo mentre si propone, viceversa, di occupare di volta in volta, i luoghi più disparati, trasformandone provvisoriamente la funzione.

Per “Opening Oysters” - nonchè per le altre iniziative che seguiranno – Lascala è ospite de “Il Desiderio preso per la coda”, che altro non è che il nome di un bar. Aggiungiamo subito che non si tratta di una scelta troppo casuale. Se da un lato, infatti, il bar non può certo essere considerato uno spazio espositivo convenzionale, dall'altro è pur vero che si tratta di una istituzione che si è trovata ripetutamente al centro delle vicende dell'arte contemporanea, sia nelle vesti di luogo d'incontro d'elezione, sia in quelle di spazio espositivo vero e proprio (dal Caffè Volpini di Van Gogh e Gaugain al Bar Giamaica di Piero Manzoni, tanto per fare degli esempi).
Questo radicamento del bar nella storia dell'arte contemporanea conferisce ad esso, quale spazio espositivo, un'interessante connotazione intermedia tra quella degli spazi convenzionali e quella degli spazi assolutamente non convenzionali, tale da farne un punto di partenza ideale, se non obbligato, per l'itinerario de Lascala c/o.

Il primo passo di questo itinerario propone quindi “Opening Oysters”, la performance di due artisti, Terry Fox e Marino Vismara, che per la prima volta presentano un lavoro comune.
Di particolare significato la presenza di Terry Fox che, pur essendo un artista di fama internazionale – tra i primi ad aver praticato la body art e la performance, spesso partner di Beuys ( fin dai tempi di “Isolation unit”, Kunstakademie, Dussendorlf, 1970) – è stranamente inedito per la piazza romana.
Nel corso della mostra verrà infine presentato un video-tape realizzato dai due artisti attualmente in corso di lavorazione.




Marino Vismara e Terry Fox, Opening Oysters, performance


Opening Oysters fu in realtà una performance concepita da Marino Vismara alla quale Terry Fox partecipò nelle vesti di “coadiutore” e non in quelle di “coautore” come sembra emergere dal comunicato stampa diffuso all'epoca dalla galleria e conseguentemente dall'articolo della Christov Bakargiev pubblicato sotto. L'accentuazione del ruolo di Terry Fox rispondeva probabilmente all'esigenza di legare la performance a Lascala c/o Il Desiderio preso per la coda all'importante e concomitante Tiefland a cui Terry Fox era stato invitato.
A questo proposito pubblichiamo questo ricordo inviatoci da Marino Vismara

Terry espose un suo lavoro (probabilmente un lavoro su carta come 'Catch Phrase' o un lavoro sugli 'Hobo Signs', adesso non ricordo bene quel particolare), l'esposizione della sua opera avvenne nella stanza a sinistra guardando il bancone del bar, per com'era collocato all'epoca.
Nella prima sala, quella dov'era il bancone che usammo per distribuire le ostriche c'era la mia installazione con lo specchio su un piedistallo con sopra il disco di carta vetrata e la perla barocca con la campana appesa dal soffitto e sospesa proprio sopra. Sopra il bancone erano attaccate al muro due o tre mie impronte di seppia e/o calamari su carta. Nella sala a sinistra come detto l'opera di Terry.
 Tra le poche cose che posso 'vantare' vi è una certa originalità, possiamo dire 'genuinità' delle poche cose che ho fatto, e Opening Oyster fu il frutto di una lunga gestazione nel mio percorso.
Terry Fox, gli architetti radicali Pettena e poi gli UFO, Joseph Kosuth e altri me lo riconobbero (Joseph presentandomi al mio, allora sconosciuto, concittadino M. Nannucci, rese possibile l'invito per la performance di Zona col Tacchino del 1978 e la partecipazione per diversi anni a quel collettivo), mentre ho sempre avuto difficoltà con i critici d'arte.
Quando nel 1977 conobbi Fulvio Salvadori da Maria Gloria Bicocchi, usavo il termine da me inventato 'Psico-onomastico' al posto di 'Tautologia', e al mio termine c'ero arrivato autonomamente dopo anni di riflessioni (sostenevo all'epoca che almeno fino a una certa età, certe letture dovessero essere rimandate a dopo e non prima aver direttamente 'esperito' e riflettuto, vale a dire, per quanto possibile, prima la propria intelligenza, con meno filtri possibili, e poi la memoria degli illustri precedenti storici, onde evitare troppe suggestioni e/o inibizioni (bastarono poche pagine de 'Il Significato della Musica di Marius Schneider per capirlo)
Anche per 'Opening Oysters' vi fu una mia lunga 'gestazione'.
(Marino Vismara)

Veduta del bar-gallery durante un normale giorno lavorativo, sulla destra s'intravede l'opera descritta da Vismara

press release

da C. Christov-Bakargiev, In Margine in Flash Art, feb-mar 1987, pag. 74


Con l'istallazione Opening Oysters del 1986, realizzata nella galleria romana La Scala, accompagnato da Terry Fox (ripetuta con altri collaboratori l'anno dopo a Graz, per lo Steirischer Herbst) l'artista estende le riflessioni sulla fisicità del mondo animale al concetto di “arte e cibo come assimilazione”.

dalla scheda Marino Vismara in Percorsi della contemporaneità. Arti visive in Toscana 1945-2000, cd multimediale a cura del Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo, Università di Firenze, 2002.

dal catalogo Animal Art, Steirischer Herbst 87, Palais Attems, Graz, 1987

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